lunedì 29 novembre 2010

Per una civiltà geipeg (.jpg)

Finalmente un post di speranza e ottimismo, anche se un po' tecnico e filosofico. La prendo da lontano, dalla fotografia digitale e dai sistemi di compressione delle immagini. Questo non è un'articolo propriamente tecnico e gli informatici e puristi mi perdoneranno inesattezze e forzature, ma quello che qui interessa è di far comprendere il concetto.
Dunque, quando facciamo una foto con la digitale o il telefonino, prima ancora di poterla rivedere e scaricare, la fotocamera registra l'immagine nella sua memoria  in un formato  non compresso, con una dimensione, per esempio, di 1000 Kb. Poi, a seconda delle impostazioni, applica a questa immagine degli algoritmi di compressione, fra cui il famoso JPEG che è un processo di tipo "lossy", cioè con perdita di qualità. La dimensione si riduce allora da 1000 Kb a 25 Kb o anche meno. Quasi una magia. E' come se la fotocamera ci dicesse: "Ho qui un'immagine di alta qualità, la massima di cui sono capace, ma non te la metto a disposizione così com'è, visto che sei umano e non puoi apprezzarla in pieno. Prima gli abbasso un po' la qualità ad arte come so fare io, mettiamo del 15%, tanto non te ne accorgerai, poi te la impacchetto stretta stretta, così non sprechiamo spazio e memoria e facciamo tutti meno fatica".
Tutto questo è possibile perché negli algoritmi di compressione c'è il risultato del lavoro di generazioni di matematici e tecnici, dai contabili babilonesi agli informatici della silicon-valley, da Euclide e Pitagora a Gauss e Poincarè.
Anche la nostra società potrebbe far così per cavarsi da questa crisi ormai strutturale: ridurre, di poco, questi presunti standard di qualità come potrebbe essere la cilindrata delle auto od il consumo di carne o altro, e metterci dentro tanta, ma tanta intelligenza! Avremmo risultati magici!

martedì 2 novembre 2010

Non fate l'onda!

Questa è un'immagine del canale Candiano presa lungo il cimitero monumentale di Ravenna in un momento di alta marea.
L'imponente torre Hamon che si staglia all'orizzonte è una delle due rimaste sul terreno della ex-Sarom dopo lo smantellamento della raffineria.
Sono li a ricordarci di quando Ravenna era una città prevalentemente industriale e del tributo pagato da generazioni di lavoratori - e dall'ambiente - per raggiungere  quel benessere economico di cui, bene o male, godiamo ancora.
Intanto l''ENEA  prevede un innalzamento del livello medio del mare di 35 cm nei prossimi 90 anni. Questa foto  da l'evidenza visiva che abbiamo parti del nostro territorio al disotto dell'attuale livello del mare anche senza aspettare il 2100. 
Una situazione questa che condizionerà pesantemente il futuro della città. Saremo sicuramente costretti a investire buona parte delle nostre risorse per potenziare le difese dall'inalzamento del mare. Saremo costretti a rinunciare a Ravenna Festival e alle notti d'oro? O al nostro piccolo welfare? Chissà...