martedì 5 aprile 2011

Il lavoro inutile

"...l'oro si estrae [da sottoterra]  in Sud Africa e lo si manda con infinite precauzioni perché non sia rubato o non vada perduto a Londra o a Parigi o a New York, dove sparisce di nuovo sottoterra nelle casseforti delle banche. Tanto valeva che fosse rimasto sottoterra in Sudafrica."  Bertrand Russel 

Russel pubblicò l "Elogio dell'ozio" nel 1935, ma per molti versi sembra scritto oggi.  Perché lavoriamo? Me lo chiedo spesso e non ho mai trovato una risposta definitiva a questa domanda. La risposta più convincente mi sembra anche la più cretina: lavoriamo perché si è sempre fatto così, lo hanno scritto anche nella costituzione!
Lavoriamo ovviamente anche per un reddito ma se potessimo averne uno senza far nulla pochi di noi lavorerebbero, almeno alle condizioni attuali.
Sembra che fino alla rivoluzione industriale del XIX secolo non si lavorasse cosi forsennatamente come oggi e che addirittura gli schiavi greci e romani lavorassero molto meno di noi.
Ma c'è bisogno di lavorar ancora così tanto? E per che cosa?
C'è un partito politico che abbia mai messo nel suo programma l'obiettivo della riduzione del lavoro in generale e non solo dell'orario?
Sarebbe ora che ci fosse.

4 commenti:

  1. É da tempo che la penso come te....ciaaao!

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  3. Lavorare è un semplice fattore biologico: quando un individuo vive in solitario deve ricavarsi da solo tutte le risorse di cui ha bisogno. Quando poi si organizza in una colonia continua con lo stesso stile di vita, solo che in questo viene aiutato e aiuta gli altri membri del gruppo. Ad un certo punto emergono negli individui delle capacità affinate; poichè individui specializzati in una determinata cosa cercheranno di aggrupparsi ad individui che sanno fare qualcosa in cui loro non sono capaci. In questa maniera ogni individuo deve essere bravo nel fare una sola cosa, poichè alle altre ci penseranno i membri del gruppo. Tutto ciò aumenta notevolmente la durata e la qualità della vita, ma in natura ciò è gestito da un equilibrio molto preciso: se io dò 10 devo ricevere 10, altrimenti si creano delle "falle" che si autoalimentano amplificandosi, finchè il gruppo non scomparirà. Purtroppo questo non lo abbiamo ancora capito, ma sopratutto: perchè noi che siamo tanto attaccati alla democrazia accettiamo ogni giorno una dittatura sul posto di lavoro?

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  4. Questa è una domanda che mi faccio spesso anch'io ma non mi sono ancora dato una risposta soddisfacente. L'unico discrimine che vedo è che dallo status di lavoratore ci si puo sempre dimettere (pagandone le conseguenze) ma da quello di cittadino no. Ma è poi vero?

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