domenica 7 agosto 2011

La cottura della pasta

Tutti sanno come si cuoce la pasta: si mette l'acqua sul fuoco, si sala, poi quando l'acqua bolle si butta giù la pasta e quando si è raggiunta la cottura desiderata si scola. Tutto lineare. Ce lo hanno insegnato fin da piccoli e, come fosse una religione (vedi qui a caso), ripetiamo meccanicamente il rito della cottura della pasta senza farci domande perché "si è sempre fatto così".
Beh, sarebbe il caso invece di farcela qualche domanda, e ad esempio, perché si butta la pasta solo quando l'acqua bolle e non prima? Che succede se metto la pasta nell'acqua fredda ad inizio cottura? I più risponderanno che la pasta viene cotta male e sarà immangiabile ma di fatto nessuno, o pochissimi, hanno mai provato realmente ad uscire dall'ortodossia e vedere, con lo spirito dello scienziato, cosa succede realmente. La scienza ci dice fra l'altro che la pasta cuoce dai 92° in su, temperatura di gelificazione dell'amido, per cui a rigore non sarebbe neppure indispensabile portare l'acqua alla bollitura a 100°.
Ho voluto quindi provare: ho messo 50 g di maccheroni direttamente in acqua fredda sul fornello di sinistra mentre sul fornello di destra ho cotto altri 50 di maccheroni secondo tradizione.
Il risultato è che non ho trovato nessuna differenza di gusto o consistenza fra le 2 cotture. E neppure le altre persone che si sono prestate come assaggiatori hanno notato differenze. L'unica differenza rilevante è stata che la cottura tradizionale si è conclusa 4 minuti dopo l'altra ed ha quindi richiesto più tempo, più lavoro e più gas.
Ora qualcuno avvertirà una sorta di smarrimento, forse di rabbia, a leggere queste righe, penserà che c'è qualcosa di sbagliato nell'esperimento, qualche trucco in malafede, qualche menzogna, ci vedrà uno scandalo indegno paragonabile ad un sacrilegio, come qualcuno che abbia bestemmiato in chiesa.
Un po' lo stesso atteggiamento dei canonici del papa nella commedia di Breckt, quando all'invito di Galileo di guardare con i propri occhi  nel suo cannocchiale, questi rispondevano stizziti di non aver affatto bisogno di guardare nel telescopio per sapere che le tesi galileiane erano false in quanto contrarie alla dottrina cattolica.
Non siamo molto cambiati dal 500, e non siamo certo più illuminati dei gesuiti della corte papale di allora anche se ci piace pensare il contrario. Abbiamo pesantissime tare mentali di cui non ci rendiamo conto ed ogni vera novità, anche positiva, ci da sgomento e smarrimento, e spesso ci rende aggressivi e reazionari tanto che di certe ipotesi non vogliamo neppure sentirne parlare.
Ad esempio, una cosa come le altre, che ne direste di limitare per legge la velocità delle automobili a 70 km/h? Quali danni ce ne potrebbero derivare? Oppure, liberalizzare il mercato delle droghe pesanti, che potrebbe succederci?
Sono solo ipotesi messe quì giusto per misurare quanto sono rigidi i nostri schemi mentali, e poi se qualcuno ne volesse parlare veramente non potrebbe certo farci male...